«Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni» (William Shakespeare).
Sono i sogni a muoverci! Anzi, si potrebbe dire che noi siamo i nostri sogni. Purtroppo, la frenesia e le impellenze del vivere quotidiano, se non l'esigenza di sopravvivere, spesso ci spingono a metterli da parte o, addirittura, a dimenticarcene. Il problema è che quando si smette di sognare si vive un’esistenza di tranquilla disperazione in cui la passione e l’energia svaniscono, nella vita come nel lavoro.
Ecco perchè allora nasce l'idea di un dream manager.
Tutti noi aspiriamo a realizzare i nostri sogni in ogni ambito della nostra vita, nelle relazioni, nello sport, nelle nostre passioni, nel lavoro, nella gestione delle nostre finanze. Spesso, però, non sappiamo come farlo. Un dream manager è un professionista che ti guida nel riscoprire i tuoi sogni e attivarti per realizzarli, sedendosi accanto a te per pensare e progettare insieme il tuo futuro.
«La verà povertà è povertà di opportunità» (Kelly).
L’idea ci è venuta sfogliando le pagine del testo “Professione dream manager” di Mattew Kelly. Il testo è pensato per un contesto aziendale e propone la semplice – ad averla pensata prima! – idea che se un’azienda si impegna ad aiutare i suoi dipendenti nel realizzare le proprie ambizioni e i propri sogni avrà nel suo staff persone più entusiaste, soddisfatte, collaborative.
Lontana da noi l’idea di far nostre le intuizioni di Kelly, le condividiamo sottolineandone la sua paternità.
Secondo Kelly è responsabilità dell’azienda occuparsi dei sogni delle persone. In primo luogo, perché è responsabilità di tutti i rapporti umani quella di aiutarsi a vicenda nella realizzazione dei sogni. In secondo luogo, perché collaboratori che perseguono e realizzano i propri sogni sono persone più soddisfatte, entusiaste, portatrici di un nuovo atteggiamento di riconoscenza, rispetto e lealtà reciproci.
«Che cosa distingue le persone le une dalle altre? Le persone sono uniche perché hanno la capacità di immaginare un futuro più grande, di sperare in esso e di agire proattivamente per crearlo. Questo è il processo del sognatore proattivo» (Kelly).
Se è vero che è responsabilità dell'azienda e di tutti i rapporti umani sostenersi a vicenda nella realizzazione dei sogni, è vero anche che questa è una responsabilità individuale: ciascuno di noi ha il dovere, verso se stesso, di ritrovare i propri sogni e attivarsi per perseguirli. E una delle strategie per riuscirci è chiedere aiuto in tal senso.
«Non c'è nulla di più forte di un'idea quando scocca la sua ora».
Quando arriva il momento di agire, c'è solo una cosa che si può fare: iniziare ad agire.
Perché aspettare ancora? «Continui a parlare da vittima ma la verità è che non ti sei ancora prenotato per un incontro con il dream manager... perciò non devi dare la colpa a nessuno se non a te stesso. O non hai sogni oppure ne hai paura!» (Kelly). E credo si possa affermare con certezza che nessuna persona non abbia sogni. Così come è vero, invece, che vivere i propri sogni significa affrontare le proprie paure e il timore di non essere all'altezza della sfida (Kelly). Così accade che continuiamo a rimandare, o a pensare che possiamo farcela da soli. Certo, ce la si può fare da soli. Ma da soli, spesso, ci inganniamo con attenuanti e giustificazioni, mentre avere qualcuno cui rendere conto, qualcuno verso cui assumersi un impegno e delle responsabilità riduce il rischio che ci si inventi vie di fuga - dai propri sogni.
«Ho deciso di non avere cassetti così i sogni li posso vedere»...un'aspirazione lungimirante che dovremmo avere tutti. Attenzione, non la suggerisce un qualche poeta del passato o un filosofo contemporaneo, bensì Alessandro, un ragazzo di 12 anni. Di fatto, è noto a tutti che bambini e ragazzi siano più saggi degli adulti in termini di sogni. E allora, forse, è arrivato il momento di ascoltare le loro indicazioni.
Che ciascuno possa avere a cuore i propri sogni appare abbastanza (forse) comprensibile e facile da intuire. Ma perché un'azienda dovrebbe investire del denaro per aiutare i dipendenti a realizzare i propri sogni? La risposta la fornisce Kelly, sulla base dell'esperienza fatta negli anni.
Innanzitutto occorre porsi la domanda giusta. Perché non farlo? Bisogna infatti chiedersi, non "Quanto mi costerà?" bensì "Quanto mi farà risparmiare?" e "Quanto mi farà guadagnare?".
E la risposta? Qualche breve frase tratta dal suo testo aiuterà a chiarire le idee.
«“Mettiamola cosi”, continuò Simon, “Quanto sono importanti per te i tuoi sogni?” “Molto importanti”, ammise Greg. “Non sono quello che ti fa andare avanti?”. “Certamente sì. Ho inseguito i miei sogni per tutta la vita e se non ne ho uno da rincorrere sono infelice. Mi danno un motivo per uscire dal letto la mattina e far qualcosa della mia vita”, rispose Greg. “Esattamente. E cosa ti fa pensare che i sogni dei tuoi dipendenti siano meno importanti… o efficaci?”».
«Le persone passano la maggior parte della vita lavorando e quindi dovrebbero godersi il lavoro, o almeno sapere che li avvicina alla realizzazione dei loro sogni».
«Se ti fai carico delle tue persone poi loro si faranno carico di te».
«Se riusciamo ad aiutare i nostri dipendenti a uscire dalla quiete disperazione della semplice sopravvivenza, insegnando loro a ricominciare a sognare e a realizzare i loro sogni, creeremo una fedeltà e una dedizione insuperabili. Allora le nostre persone metteranno nel lavoro la stessa energia e la stessa passione che hanno per i loro sogni».
«Voglio una squadra di persone tese a raggiungere i propri sogni. Se non si appassionano alla loro vita come posso aspettarmi che si appassionino al nostro lavoro?».
«La voglia di raggiungere obiettivi e sogni è pressoché inestinguibile, il desiderio di miglioramenti continui diventa una forza trainante della loro vita quotidiana e tutto ciò finirà inevitabilmente per invadere anche il loro lavoro e questo potenzierà il vostro team e la vostra azienda».
«La chiave del successo di un team building sta nel creare un’unità enfatizzando l’individualità di ciascun membro: singoli contributi di alto livello finalizzati a uno scopo comune».
Kelly M. (2008). Professione Dream Manager. Come diventarlo subito e per sempre. Etas, Milano.
«Ho deciso di non avere cassetti così i sogni li posso vedere» - è la poesia di Alessandro, proposta in un progetto sulla poesia realizzato dalla II I dell'Istituto Esopo - Roma.
Per partecipare ai gruppi di lavoro o per poter usufruire dei servizi dell'Associazione è possibile scrivere a [email protected] oppure chiamare il numero 3274619868.
Pubblicato il 27/08/2017 alle ore 14:45
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