Il tradimento: “un regalo … incartato male”

cuore tradimentoa cura di Roberta Manca

Eleonora. Marco. Due vite e un grande amore, collaudato nel tempo. Improvvisamente nella coppia l’infedeltà. Un dolore profondo e la necessità di un cambiamento. L’incontro terapeutico e il viaggio verso se stessi. La possibilità di conoscersi e di conoscere l’Altro, oltre l’illusione dell’innamoramento.

Attraverso la storia clinica di un tradimento, cercheremo di fare una riflessione sul processo interiore, le implicazioni psicologiche e le possibilità evolutive che possono essere nascoste dietro quell’ atto di infedeltà, a fronte del quale la coppia può rompersi, oppure rinegoziare il “patto segreto, facendo un salto di qualità nel rapporto.

Adottando questa prospettiva si cercherà poi di introdurre il significato del tradimento, ricostruendo la fenomenologia dei vissuti e le motivazioni che lo favoriscono: un fenomeno ricco di ambivalenze nel quale i confini tra il traditore e il tradito sono labili.

Eleonora, tradita da Marco

L’antefatto

Eleonora, impiegata nella Pubblica Amministrazione, stava per prendere una decisione che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.

Vive insieme a Marco da circa 15 anni, e ritiene (riteneva) la sua relazione affettiva abbastanza soddisfacente. Fino alla scorsa estate, quando le è successo qualcosa che le ha stravolto la vita, dando vita a un grande punto interrogativo: perché è successo proprio a me?

Questo, ma non solo questo, ha rappresentato il fulcro dei nostri incontri psicoterapeutici: “Io non ho mai tradito, anzi: io non lo avrei mai tradito. Come può essere successo?” “Come ha potuto farmi questo, proprio lui del quale mi fidavo ciecamente”.

Se ne evince che Eleonora– fino alla scorsa estate, appunto - è sempre stata fedele, e l’aspettativa “naturale” era che il suo compagno si rivelasse a sua volta corretto con lei, tanto che non ha capito proprio come sia potuto succedere: “Andava tutto bene nella nostra relazione, i rapporti affettivi e sessuali sono stati sempre stati soddisfacenti. Stavamo bene insieme, direi che non ci serviva altro”. Invece, a settembre, al rientro dalle vacanze, risultava sempre più evidente che qualcosa era cambiato: Marco aveva sempre più spesso “la testa fra le nuvole”, i suoi impegni professionali erano improvvisamente aumentati tanto da occuparlo anche quasi ogni week-end.

In più, era diventato freddo e distante, la sera non voleva più stare insieme sul divano (“sono stanco”, “ho problemi al lavoro, troppo stress”...) anche se poi le accarezzava la testa, e Eleonora accantonava (per qualche ora) dubbi e incertezze, confidando su un momentaneo smarrimento del suo partner che sarebbe presto rientrato perché, tra persone che si amano, possono capitare momenti di down nel rapporto.

Torniamo a quell’estate. Tutto era pronto: biglietti fatti, albergo prenotato; la Sardegna li stava aspettando. Invece, come un fulmine a ciel sereno arriva una telefonata: la mamma di Eleonora sta male e la situazione sembra grave, per questo viene subito portata in ospedale. Roberta, in lacrime, racconta: “Che cosa dovevo fare, a quel punto? Non potevo più partire. Ho proposto a Marco di andare lo stesso, promettendo di raggiungerlo se la situazione fosse poi volta al meglio. Lui inizialmente ha detto che non se ne parlava nemmeno, ma io ho insistito e alla fine ha accettato. Ci siamo accordati che alla fine dell’emergenza, lo avrei raggiunto. Ed è andata così”

La notizia del “tradimento”

Tornati a casa, dopo circa due mesi di momenti sempre più tesi, Eleonora non sopporta più la situazione, trasformando pian piano quel suo malessere in ostilità verso il compagno.

Dopo un litigio profondo, Marco le comunica la notizia esplosiva e inaspettata: si è innamorato di un’altra, conosciuta proprio Sardegna. Lo racconta tutto d’un fiato, per concludere nel più classico dei modi, in casi del genere: “E’ stato un colpo di fulmine”.

Ora, viene da chiedersi anzitutto come mai Eleonora - visto il comportamento del partner negli ultimi tempi - non se lo fosse chiesta se Marco avesse contratto una relazione extraconiugale.

La risposta è semplice: la sua era una percezione del reale scotomizzata, una forma di miopia, l’illusione che tende a relazionare a sé stessi tutto quanto accade intorno, che parcellizza quanto accade.

In pratica, una forma di egocentrismo che relega l’interpretazione dei fatti unicamente alle proprie emozioni e percezioni. Il risultato è quello di sottovalutare ciò che avviene, davanti ai nostri occhi ma anche al nostro cuore.

E’ doloroso essere traditi, e lo è doppiamente perché questo avviene in un contesto di fiducia: ne può conseguire un comportamento inaspettato proprio da chi si aspetta lealtà.

Dopo la rivelazione, a mente fredda, Marco si chiede (e glielo dice) come abbia potuto tradire Eleonora, visto che sente di amarla. Lei apprezza la confessione, arrivando a considerarla quasi una vera e propria prova d’amore: “In fondo, ha avuto coraggio, non si è mai giustificato, ha riconosciuto il suo errore e per me questo è importante”.

Il percorso psicologico

Nel suo percorso psicologico Eleonora ha saputo comprendere le cause che hanno portato l’infedeltà: il patto segreto, le proiezioni, le aspettative, le richieste implicite ed esplicite che accompagnano ogni rapporto di coppia.

Nel tempo, abbiamo attraversato insieme discussioni seguite da lunghi silenzi, parole e “scene mute” che hanno rivelato insoddisfazioni e accompagnato “traditore” e “tradita” verso l’adulterio.

E’ stato così, nel faticoso racconto non-racconto della storia in tutte le sue varie sfaccettature, nel rinnovare ogni settimana la nostra alleanza nella seduta si è trovato un significato, un senso e - soprattutto - un luogo emotivo nel quale potersi “riposare”, sedimentare l’accaduto; e sostenere Eleonora, pian piano, a ritrovare sé stessa.

Molti nostri incontri sono stati dedicati alle tante emozioni che nel corso del tempo l’hanno investita: una tempesta di rabbia, tristezza, paura, vergogna impotenza.

Ogni emozione arriva con la sua forza, intensa, a volte violenta e, inevitabilmente, lascia la “vittima” da sola abbandonata alla ricerca di un equilibrio emozionale, a volte difficile da ritrovare.

Eleonora ha attraversato questi vissuti emotivi e da loro si è lasciata attraversare, ha ascoltato “la sua pancia”, ha sentito il potere delle lacrime versate per poi scoprirsi consapevole della difficoltà di penetrare la sua personalità.

Diceva: “pensavo di conoscermi, ho scoperto che mi pensavo diversa. Quindi, come potevo pensare di conoscere Marco veramente?”.

Ha parlato tanto della cieca fiducia che riponeva nel marito e quanto della sua delusione conseguente; sarà questi vissuti che con il tempo le daranno la possibilità di aprirsi alla dimensione di solitudine, propedeutica alla sua crescita verso l’adultità.

Il tradimento di Marco. Il viaggio di Eleonora verso se stessa

Un viaggio, quello compiuto da Eleonora, che le ha dato la possibilità di scendere fin nei suoi abissi più interiori per tornare alla “luce” forte di un nuovo schema psicologico, con nuove consapevolezze, tanto che in un incontro ha confessato di aver capito quanto l’idea di possedere “l’altro” sia da considerare totalmente assurda: “l’amore non è scontato, ma piuttosto deve essere coltivato”.

James Hillman, nel suo saggio “puer aeternus” sostiene il valore del tradimento, come possibilità evolutiva individuale. 

Infrangere la “fiducia primaria” permette ai rapporti di evolvere, in quanto all’interno di essa non è possibile crescere; distinguere l’altro da sé, imparando ad affidarsi e a diffidare.

Una transazione contrassegnata da un periodo di solitudine interiore, necessaria in un personale percorso di individuazione.

In pratica, aver preso consapevolezza del tradimento del suo amato Marco, ha permesso a Eleonora di contattare una dimensione nuova, il proprio mondo interno dando vita, così, al suo personale percorso di individuazione.

In questa storia è stato importante il carico di responsabilità che Marco ha saputo e ha voluto portare: una comprensione profonda del suo gesto e delle conseguenze che questo ha provocato nella relazione.

Marco ha ammesso il suo tradimento, non si è nascosto, non ha cercato di dimenticarlo, né di sottovalutarlo.

Questa assunzione di responsabilità, piano piano, ha contribuito a curare le ferite emotive di Eleonora: il “far finta di niente” il “minimizzare” di chi ha tradito è l’amarezza peggiore. Se solo chi è stato tradito percepisce l’offesa, l’atto del tradimento è ancora vivo.

Marco e Eleonora saranno per sempre fedeli a quel gesto, alle emozioni che lo hanno accompagnato. Sarà l’integrazione dell’esperienza a portarli, attraverso il perdono del tradito e l’espiazione del traditore, verso la possibilità del perdono e della riconciliazione.

L'epilogo

Leggi l'epilogo nella seconda parte dell'articolo. 

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Note sull'autore

roberta mancaRoberta Manca. Psicologa, Psicoterapeuta formata presso la Scuola di Specializzazione ASPIC, Educatore Professionale, Counselor per l’Età Evolutiva, Mediatore Familiare in formazione e Formatore. Ha partecipato al Master in Sessuologia Clinica. Specializzata in dinamiche di coppia e nel sostegno genitoriale, è esperta nei temi inerenti l’infertilità e la procreazione medicalmente assistita, si occupa di sostegno alla genitorialità biologica e adottiva. Docente in tema di resilienza, affidamento ed adozione presso l'ASPIC e del modulo "La comunicazione efficace nella mediazione dei conflitti relazionali” nel Master Annuale in Counseling Psicologico e Tecniche di Coaching ASPIC.

Inoltre è specializzata all’Università Cattolica Sacro Cuore di  Roma sulla dipendenza da Internet e Gioco D’azzardo, ritiro sociale e cyberbullismo. Ha preso parte, inoltre, al corso di perfezionamento in Psico-Oncologia. Da diversi anni conduce gruppi di empowerment al femminile e di drammaterapia. Da gennaio 2016 gestisce lo sportello di ascolto all’interno del progetto “Diamoci una mano”, in collaborazione con la diocesi di Roma.

 

Pubblicato il 31/03/2018 alle ore 16:21

Coppia (1), Fedeltà (1), Infedeltà (1), Tradimento (1)

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