a cura di Angela Santoro
Nell’articolo "I bambini gifted: un bisogno d'aiuto trascurato" abbiamo sottolineato l’importanza di riconoscere i bambini gifted e di non farci ingannare dai loro atteggiamenti irrequieti, disattenti o aggressivi che potrebbero mascherare spesso solo altre doti.
In quest’articolo sottolineremo l’importanza di predisporre adeguati interventi didattici e presenteremo il modello dei tre anelli dello psicologo educativo Renzulli.
Gli alunni che presentano interessi non proprio comuni rispetto ai coetanei o competenze precoci pongono il docente di fronte a bisogni educativi speciali, ma come può il docente sapere se le strategie che utilizza sono adeguate. Dovrebbe aumentare la complessità degli obiettivi didattici per tutto il gruppo classe o rallentare il ritmo di apprendimento di uno studente plusdotato?
In primo luogo c’e da chiedersi se il docente è in grado di riconoscere la presenza nella propria classe di uno studente gifted. Per prima cosa bisogna osservare!
Imparare ad osservare gli studenti non significa etichettarli o ridurli a stereotipi, significa prestare attenzione ai loro bisogni e non farsi ingannare da comportamenti manifesti che molto spesso significano altro! Imparare ad osservare permette di vedere l’altro nella sua unicità e complessità, insegna a riconoscere cosa c’è dietro la noia, l’irrequietezza o dietro quel comportamento così provocatorio. Il riconoscerlo e ascoltarlo permette di mettere in moto una serie di accorgimenti metodologici e didattici che favoriranno lo studente nel processo di apprendimento e avrà di conseguenza ricadute positive anche sulla sua autostima e sul suo sviluppo personale.
Vediamo alcuni comportamenti a cui dovrebbe prestare attenzione il docente[1]:
Il docente ha il compito di segnalare il bambino al resto dei docenti per poter discutere insieme tutte le carattesitche dell’alunno e informare eventualmente la famiglia. Segnalato il caso, la famiglia provvederà alla valutazione presso un centro specializzato. La valutazione testistica verrà effettuata da un’equipe esperta e da un centro riconosciuto e prevede la somministrazione di una batteria di test validati.
Uno dei primi criteri per poter svolgere una diagnosi di plusdotazione fa riferimento al punteggio ottenuto attraverso la somministrazione del test sul Coefficiente Intellettivo. I soggetti gifted, per essere considerati tali devono ottenere un QI≥130[2].
Bisogna fare attenzione, il QI rappresenta solo un aspetto di questi bambini, essere gifted è qualcosa di più di un punteggio ad un test. Bisogna considerare infatti una serie di variabili nella valutazione.
La relazione diagnostica consegnata ai genitori va condivisa con la scuola in modo da attivare un supporto educativo e didattico adeguato. Compito della famiglia è favorire infatti un incontro tra insegnanti ed esperti in modo da condividere informazioni sul profilo dello studente oltre che fornire adeguate strategie di lavoro personalizzate. La diagnosi contenuta nella relazione finale rappresenta una sorta di bussola che ci indica che quel bambino ha delle risorse speciali che vanno coltivate tramite adeguate strategie di lavoro e cucite su misura.
Molti hanno usato e continuano ad usare questa modalità , altri cercano di spiegare il potenziale secondo il Modello dei tre anelli dello psicologo Renzulli proponendo delle tecniche/metodologie da usare a scuola.
Purtroppo in Italia abbiamo il problema di riconoscere i bambini gifted, non si eseguono screening e non esistono linee guida (eccetto in Veneto[3]) e spesso gli insegnanti li ignorano o scambiano l’argomento per deficit o problemi. Ovviamente non esiste ancora una normativa ufficiale sul come sostenere il percorso educativo e didattico di questi studenti, di sicuro sappiamo però che risulta essenziale predisporre degli interventi adeguati (alla luce della normativa sui Bisogni Educativi Speciali).
Joseph Renzulli, professore di psicologia dell’educazione presso l’Università del Connecticut negli Stati Uniti e Direttore del centro nazionale di investigazione sui dotati e talentuosi, è considerato oggi uno dei massimi esponenti nell’ambito dei gifted. Il suo nome viene frequentemente associato a ricerche nell’ambito della ricerca sui gifted Secondo questo modello, elaborato nel 1977 il successo arriva quando esiste la confluenza di tre variabili: motivazione-impegno, capacità e creatività. Le tre variabili costituiscono tre anelli: un individuo può essere considerato ad alto potenziale solo quado esiste la confluenza di queste tre, giusto quelle presenti nei tre anelli.
Un’evoluzione del modello dei tre anelli è rappresentata dal modello di arricchimento che prevede tre tipi di arricchimento.
Ad esempio, gli studenti che si interessano alla botanica dopo un tipo I su questo argomento continuano con una formazione avanzata in questo settore leggendo contenuti dettagliati in botanica, realizzando esperimenti su piante, imparano ad utilizzare tecniche avanzate etc (The schoolwide enrichment model: a focus on student strengths &interests, Sally M. Reis & Joseph S. Renzulli).
Si tratta quindi di uno speciale modello educativo che propone di partire dall’interesse dell’alunno e prevede che gli insegnanti educhino allo sviluppo di competenze. L’obiettivo del modello è fornire esperienze di apprendimento per tutti gli studenti e pretende sviluppare il talento di tutti i bambini, fornendo esperienze di apprendimento ad un livello avanzato per tutti e secondo i punti di forza ed interessi di ognuno.
Nel corso degli anni il modello ha subito ulteriori modifiche e aggiunte, per esempio nelle scuole che seguono il modello di Renzulli i voti non sono importanti, il ragazzo gifted resta con il gruppo dei pari e segue un programma ridotto al 50%, ha il tempo di dedicarsi a ciò che lo appassiona in maniera creativa, ogni anno deve esporre in pubblico un lavoro/progetto che ha portato avanti (Come di educa un baby genio, Rivista Scienze 19 maggio 2017, Claudia Arletti). La programmazione didattica prevista da Renzulli è volta all’arricchimento o all’accelerazione, prevede un Curricolo Compattato tramite l’uso di un contratto di apprendimento per i Gifted cossa un patto per negoziare le estensioni didattiche e/o il comportamwento tra alunno e insegnante (Regione del Veneto Linee guida per gifted children p.22).
Questo modello o una parte di esso, permetterebbe il coinvolgimento di tutti gli studenti in quanto promuoverebbe uno stile di insegnamento volto al riconoscimento dei vari stili di apprendimento e favorirebbe il potenziale di tutti. Inoltre permetterebbe il riconoscimento dei tempi di apprendimento e un’educazione basata sulla motivazione di tipo intrinseco.
[1]Plusdotazione: inquadramento di M. Assunta Zanetti. Università degli studi di Pavia
[2] La comunità scientifica riconosce i parametri di valutazione che definiscono il valore del quoziente intellettivo medio pari a 100. Al di sotto di 85 si collocano le persone con deficit, tra il valore 120 e 129 si collocano gli individui ad alto potenziale cognitivo (APC), sopra il valore 130 e oltre si collocano le persone plusdotate (gifted).
[3] In Veneto esiste l Laboratorio Italiano di Ricerca e Sviluppo del Potenziale, Talento e Plusdotazione fondato nel 2009 sotto la direzione scientifica della Professoressa Maria Assunta Zanetti e del Professor Eliano Pessa, con l’intento di svolgere attività di ricerca e di intervento nell’ambito della valorizzazione del potenziale, del talento e della plusdotazione. Per approfondire: www.labtalento.unipv.it
Angela Santoro, classe 1984, psicologa del benessere nel corso di vita presso la Sapienza di Roma e abilitata all’esercizio della professione, sta svolgendo attualmente una specializzazione sui Disturbi specifici dell’apprendimento. Dopo aver conseguito la laurea ha iniziato ad occuparsi di progetti nell’ambito sociale ed educativo. Da vari anni risiede in SudAmerica dove ha lavorato per Ong locali, svolgendo varie attività come progettista, fundraiser, formatrice di gruppi tecnici e psicologa di comunità.
Per partecipare ai gruppi di lavoro o per poter usufruire dei servizi dell'Associazione è possibile scrivere a [email protected] oppure chiamare il numero 3274619868.
Pubblicato il 06/02/2018 alle ore 13:56
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