di Alessia D'Acunti, psicologa.
Il 1° aprile è tradizionalmente associato al pesce d'aprile. Molti, oggi, avranno architettato qualche piccolo scherzo per divertirsi con i propri amici ed i propri cari. Non tutti gli scherzi, però, sono "innocenti" e pensati per divertirsi insieme. Essere oggetto dello scherno continuo degli altri può produrre situazioni di malessere che vanno ad incidere sulla qualità della vita. Quinlan, Hoy e Costanzo (2009), ad esempio, hanno indagato la relazione tra l'essere soggetti allo scherno degli altri ed il funzionamento psicosociale di alcuni adolescenti in sovrappeso, riscontrando degli effetti negativi.
Sono molte le ricerche che hanno riscontrato una relazione tra l'essere presi in giro a causa del proprio peso e fattori psicosociali negativi. Lo scherno influenza negativamente la percezione dell'immagine corporea (Lunner e al., 2003; Thompson e al., 1995) e l'autostima (Young-Hyman e al., 2000). Questa esperienza può essere talmente destabilizzante che gli adolescenti vessati per il proprio sovrappeso riportano di pensare al suicidio più spesso degli altri (Eisenberg et al., 2003).
Gli individui sovrappeso sembrano internalizzare le offese che ricevono, ritrovandosi poi a condividerle e a soffrirne ancora in età adulta.
Quinlan, Hoy e Costanzo (2009) hanno coinvolto nella loro ricerca 96 adolescenti sovrappeso, partecipanti ad un programma residenziale dedicato al dimagrimento. Dai risultati è emerso che la percezione di ricevere frequenti vessazioni per il proprio peso corrisponde ad un peggiore funzionamento psicosociale. I ragazzi più colpiti dalle "prese in giro" mostrano spesso bassa autostima, sintomi depressivi e scarso coinvolgimento nelle attività sociali. In questo modo diventa più difficile aderire a programmi che promuovono il benessere psicofisico, attivando un circolo vizioso difficile da interrompere.
Negli ultimi anni si sta sviluppando un'attenzione al benessere che favorisce la ricerca di situazioni di equilibrio per il proprio corpo, per la propria mente e per le proprie relazioni interpersonali. È importante che all'interno di questa cultura sia sempre presente l'idea che star bene con se stessi sia imprescindibile dallo star bene con gli altri. Passare dallo scherzo allo scherno non è una dimostrazione di forza, ma l'espressione di un proprio disagio che vai poi a creare ulteriore disagio in chi ci circonda.
Eisenberg, M. E., Neumark-Sztainer, D., & Story, M. (2003). Associations of weight-based teasing and emotional well-being among adolescents. Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine, 157, 733–738.
Lunner, K., Werthem, E. H., Thompson, J. K., Paxton, S. J., McDonald, F., & Halvaarson, K. S. (2000). A cross-cultural examination of weight-related teasing, body image, and eating disturbance in Swedish and Australian samples. International Journal of Eating Disorders, 28, 430–435.
Quinlan, N. P., Hoy, M. B., & Costanzo P. R. (2009). Sticks and Stones: The Effects of Teasing on Psychosocial Functioning in an Overweight Treatment-seeking Sample, Social Development, 18(4), 978 - 1001.
Thompson, J. K., Cattarin, J., Fowler, B., & Fisher, E. (1995). The perception of teasing scale (POTS): A revision and extension of the physical appearance-related teasing scale (PARTS). Journal of Personality Assessment, 65, 146–157.
Young-Hyman, D., Schlundt, D. G., Herman-Wenderoth, L., & Bozylinski, K. (2003). Obesity, appearance, and psychosocial adaptation in young African American children. Journal of Pediatric Psychology, 28, 463–472.
Pubblicato il 01/04/2010 alle ore 07:00
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