L’economia globale sta attraversando un duro momento di crisi. Nei decenni scorsi il nostro tenore di vita ha seguito una crescita costante, così ora ci troviamo disarmati davanti ad un arresto che percepiamo come improvviso e irrisolvibile.
Eppure, verrebbe da dire, siamo stati peggio di così e non molto tempo fa. Molti degli attuali cinquantenni ricordano che, da ragazzi, mangiavano la carne solo di domenica, perché per una famiglia media sarebbe stato difficile comprarla più spesso.
Conquistato ormai un certo stato di benessere sociale, le persone trovano difficile tornare alle passate ristrettezze. Chi non ha subito un evidente tracollo finanziario (come il licenziamento), ha comunque visto diminuire in pochi anni il proprio potere d’acquisto.
Inoltre le prospettive per il futuro appaiono incerte. Per i giovani è difficile trovare lavoro, accendere un mutuo o costruirsi una vita indipendente dai genitori. Contemporaneamente, anche per i genitori, è diventato faticoso mantenere il proprio status quo. Non solo, quindi, manca la speranza di poter realizzare la vita che si vuole, ma si teme di non riuscire a mantenere almeno quello che già si possiede.
La situazione è aggravata dalla scarsa incisività delle autorità, che non sanno bene come andrà a finire. Si comportano come dei genitori incerti: generano ansia perché non sanno stabilire punti fermi.
Rabbia, impotenza e frustrazione sono i sentimenti generati dalla crisi finanziaria. Diversi organismi, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, avvertono sulle possibili ricadute sulla la salute mentale delle persone. La perdita del proprio status socio-economico viene vissuta come una sconfitta ed è facile entrare in meccanismi depressivi. I mezzi di informazione parlano sempre più spesso di persone suicidatesi a causa della crisi economica e già da diversi anni i tassi dei tentativi di suicidio sono in crescita. L’instabilità socio-economica e la mancanza di speranze per il futuro, infatti, possono colpire le persone più sensibili a queste situazioni. Chi ha basato la propria esistenza sull’unico valore del denaro, si ritrova senza niente quando quello viene a mancare.
In questo clima di incertezza il ruolo degli psicologi diventa fondamentale. L’importanza della prevenzione e della promozione del benessere è ancora più evidente ora che un tipico sistema valoriale, quello legato al consumismo, sta mostrando tutte le sue falle. Si tratta, in sostanza, di aiutare le persone ad attribuire nuovi significati agli eventi e alla propria vita e di aiutare le comunità a rispondere in modo collaborativo e funzionale alla crisi. Compiti di cui da tempo si occupano gli psicologi.
Pubblicato il 16/02/2009 alle ore 07:00
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