Di Alessia D’Acunti, psicologa.
Due recenti articoli del sociologo Matthew Lee, docente alla Louisiana State University, sembrano confermare quanto è fortemente sostenuto dalla Psicologia di Comunità: l’attiva partecipazione dei cittadini alla vita collettiva produce benessere per l’intera comunità. Sembra, infatti, che dove i cittadini partecipano di più alla vita civica si registrano tassi più bassi di criminalità e mortalità.
Il professor Lee è da anni un forte sostenitore del paradigma della Civic Community, secondo cui un clima civico “robusto” è condizionato da una serie di istituzioni non-economiche, come le chiese, le associazioni cittadine e i meccanismi di partecipazione comunitaria (LSU, 2010).
Secondo Lee, le persone tendono ad associare i problemi sociali, ad esempio la violenza o la salute pubblica, alle sole condizioni economiche, come la povertà. Le ricerche condotte dal professore, invece, mettono in evidenza anche altri fattori capaci di influenzare il benessere di una comunità.
Il primo articolo di Lee, pubblicato con Shaun Thomas della University of Arkansas - Little Rock, si intitola “La comunità civica, le modificazioni demografiche ed il crimine violento nelle comunità rurali” (Lee e Thomas, 2010). In questo studio è stato ottenuto un indice della “robustezza civica” di diverse comunità, rilevando il rapporto tra popolazione e numero delle chiese, partecipazione elettorale, attività civiche di natura religiosa, lavoro indipendente, stabilità residenziale, presenza di piccole ditte di fabbricazione e di aziende agricole di famiglia. La ricerca evidenzia che le comunità rurali con una maggiore partecipazione civica hanno avuto tassi di criminalità medi più bassi tra il 1980 ed il 2000. Per contro, gli alti tassi di crescita demografica hanno indebolito questo effetto, perché la crescita rapida è una forza di disorganizzazione sociale.
Il secondo studio di Lee è stato pubblicato nell’articolo “L’effetto protettivo della Comunità Civica verso ogni causa di mortalità” (Lee, 2010). Focalizzandosi sui tassi di mortalità dovuti ad ogni causa e utilizzando delle misure simili alle precedenti, la ricerca evidenzia che la mortalità è sostanzialmente più bassa nei posti in cui il clima civico è maggiore, in termini di infrastrutture istituzionali, partecipazione civica e attività economica in piccola scala. Lee sostiene che questo accade perché le comunità con un forte clima civico sono più capaci di fornire supporto sociale ai propri membri e possono assicurare una migliore infrastruttura sanitaria.
Essenzialmente, secondo Lee, entrambi gli articoli sottolineano la necessità di partecipare alla vita collettiva per favorire lo sviluppo di una Comunità Civica. Quando le persone sono “sconnesse” dal proprio contesto, infatti, i tassi di morte e criminalità tendono ad aumentare(LSU, 2010).
Posizioni simili sono fortemente sostenute dalla Psicologia di Comunità, per cui la partecipazione alla vita comunitaria è contemporaneamente il processo, il risultato e uno dei fini dell’ intervento, che ha per scopo lo sviluppo sociale e l'empowerment della comunità (Cicognani, 2005). L'empowerment è un costrutto multilivello che, a livello politico-sociale, si riferisce allo sviluppo del senso di efficacia collettiva e al potere che gli individui ritengono di esercitare sulle istituzioni (Francescato, Tomai e Ghirelli, 2002).
Una Comunità Empowered è capace di offrire occasioni di crescita e opportunità di cambiamento ai suoi abitanti (Addotta e De Camillis, 2009). Al di là delle differenze concettuali tra Comunità Civica e Comunità Empowered, si può ipotizzare che entrambe utilizzino la partecipazione civica e sociale dei membri come risorsa per il benessere collettivo.
Addotta S. e De Camillis M. T. (2009). Piccoli e grandi: la comunità protegge i suoi bambini, Maggioli Editore.
Cicognani E. (2005). Partecipazione sociale: quali benefici per gli adolescenti? Psicologia di Comunità, 2, 89-100.
Lee M. R. e Thomas S. A. (2010). Civic Community, Population Change, and Violent Crime in Rural Communities. Journal of Research in Crime and Delinquency, 47 (1), 118.
Lee M. R. (2010). The protective effects of civic communities against all-cause mortality. Social Science & Medicine.
Louisiana State University (2010). Communities with active participants demonstrate lower levels of crime and lower death rates. ScienceDaily. Retrieved April 29, 2010, from http://www.sciencedaily.com/releases/2010/04/100428101448.htm
Pubblicato il 13/05/2010 alle ore 07:00
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