L'articolo ASPICommunity di questo mese, scritto da Carla Bordoni, Brunella Filigonio, Alessandra Orsi, Lorena Toller, tratta il tema della Peer Education, resocontando un progetto, realizzato recentemente a Roma, per favorire la socializzazione e la valorizzazione delle risorse degli studenti.
La Peer education è l'insegnamento o lo scambio di informazioni, valori o comportamenti tra persone simili per età o stato. E' un modo per diventare protagonisti consapevoli della propria formazione, contribuendo a realizzare uno degli obiettivi fondamentali dell'educazione scolastica: costruire e rafforzare il senso di efficacia personale e collettiva.
La ricerca scientifica sugli effetti dell'autoefficacia, in particolare, ha messo in evidenza che le persone dotate di una certa fiducia nelle proprie capacità sanno misurarsi con compiti difficili, non si scoraggiano di fronte alle difficoltà, riuscendo anzi ad affrontarle in maniera costruttiva, magari intensificando gli sforzi.
Partendo dal presupposto che l'educazione tra pari possa essere considerata una strategia efficace per promuovere la salute psico-fisica degli adolescenti e per la prevenzione del disagio attraverso forme di educazione diversa da quella tradizionale, il progetto ha avuto lo scopo di formare dei peer educator. Si è cercato, cioè, di coinvolgere alcuni allievi nel processo insegnamento/apprendimento, facendoli agire come facilitatori delle relazioni, più esperti dei loro compagni, assumendo il ruolo di "agenti di cambiamento" presso i loro pari, al fine di favorire la socializzazione all'interno del gruppo classe, valorizzare le capacità e gli interessi di ciascuno e eventualmente contribuire a ridurre il tasso d'evasione scolastica.
Gli incontri con il gruppo dei peer educator sono stati da strutturati per far acquisire ai ragazzi un maggior potere personale (empowerment) e la capacità di riconoscere l'empowerment di gruppo, attraverso lo sviluppo di competenze e abilità (life skills), che potessero mettere in grado ciascuno di loro di affrontare le difficoltà e i cambiamenti con maggiori risorse.
La metodologia utilizzata è stata di tipo prevalentemente esperienziale, ispirata ai principi della psicologia umanistica e della psicologia gestaltica, secondo un approccio pluralistico integrato. Le tecniche usate per la formazione dei ragazzi sono state: il circle-time, il brain-storming, il role-play, le drammatizzazioni e i giochi interattivi.
I ragazzi hanno mostrato grande interesse per i temi trattati, coinvolgimento e partecipazione alle attività proposte e soprattutto hanno rivelato un enorme bisogno di essere ascoltati, di confrontarsi reciprocamente, di condividere pensieri ed emozioni all'interno del gruppo dei pari, risorsa questa importante da valorizzare e riattivare nella scuola al fine di promuovere la salute psico-fisica degli adolescenti.
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Pubblicato il 16/10/2008 alle ore 07:00
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