Una società in rapida evoluzione come la nostra, agli inizi del terzo millennio, richiede un sapere in divenire non più diviso in compartimenti stagni, competitivi tra loro, bensì integrato e capace di affrontare la complessità dei problemi attuali. Questo è tanto più vero nel campo degli interventi psicologici.
L'approccio pluralistico si basa sul presupposto che la costituzione della realtà non è riducibile ad un unico principio, ma a principi molteplici di più linguaggi coesistenti e conflittuali. L’approccio pluralistico prende quindi forma mediante un passaggio graduale dalle molteplici conoscenze ad un sapere che riassume ed integra acquisizioni concettuali e lunghe esperienze professionali (Giusti, in Barbuto e D'Acunti, 2010).
Presso la Scuola di Specializzazione Quadriennale in Psicologia Clinica di Comunità e Psicoterapia Umanistica Integrata, vengono formati terapeuti con attitudine pluralistica. Il modello insegnato comprende elementi di Gestalt, psicodinamici, di Analisi Transazionale, cognitivo-comportamentali, di terapia centrata sul cliente, appartenenti all'approccio biofunzionale corporeo e provenienti dal modello sistemico.
L'integrazione avviene secondo i criteri della flessibilità, dell'apertura, del dinamismo, della ricerca in itinere e della valutazione costante dei piani di trattamento (Giusti, Montanari e Iannazzo, 2004), cercando di offrire trattamenti specifici sulla base delle diverse esigenze dei clienti (Giusti, 2001 in Littrell, 1998).
Il Modello Pluralistico Integrato insegnato all'ASPIC trae le sue origini dalla fenomenologia e dalla psicologia umanistica (Manucci e Di Matteo, 2004). Si tratta di un modello basato sull'integrazione pluralistica, che privilegia la psicologia della salute, fa riferimento alla psicologia di comunità e permette di padroneggiare diversi strumenti operativi per intervenire a livello individuale, sui piccoli gruppi, sulle organizzazioni e sulle comunità (Giusti, 2002).
Il modello rivolge particolare attenzione a tre aree (Giusti, 1997):
Giusti, Montanari e Montanerella (1997) propongono un percorso ristrutturante a medio-breve termine comprensivo di quattro tappe evolutive, che costituiscono il ciclo del contatto:
In ogni fase del ciclo del contatto è possibile individuare sei fattori determinanti per il successo terapeutico:
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Pubblicato il 18/10/2011 alle ore 19:55
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