di Edoardo Giusti ([email protected]) ed Enrichetta Spalletta
Abstract: Il contributo riguarda i risultati della ricerca sulle differenze tra la formazione in Psicoterapia e Counseling, presentati da Edoardo Giusti ed Enrichetta Spalletta durante il loro intervento al Congresso "Psicoterapia e Counseling: comunanze e differenze" del 2 giugno 2012, promosso dall’Università del Counselling U.P.ASPIC in collaborazione con la Sezione Italiana della SEPI, Society for the Exploration of Psychotherapy Integration.
Contributo pubblicato negli Atti del Convegno "Psicoterapia e Counseling: comunanze e differenze" (in press).
L’approccio pluralistico integrato contempla visioni metodologiche molteplici, valutando indicazioni e limiti dei singoli modelli tradizionali autoreferenti.
Si basa su un’epistemologia di paradigmi complementari che include l’evidenza quantitativa statistica di matrice bio-fisiologica e l’evidenza qualitativa della pratica di matrice socio-ecologica (Fig.1).
In quest’ottica epistemologica, basata sulla ricerca scientifica a prova di evidenza, l’approccio clinico applicativo si pone l’obiettivo di consentire al soggetto fruitore (paziente/cliente e/o allievo) un’integrazione ambientale adattiva (superare il disagio sintomatico e soluzionare le difficoltà) e contemporaneamente di sviluppare un’individuazione radicale, creativa e autoliberante (sanare la persona). La stessa finalità è inclusa nei nostri standard formativi.
Mettendo a confronto i risultati ottenuti da allievi psicoterapeuti formati in modo tradizionale con quelli formati all’approccio integrato, si sono evidenziate differenze significative rispetto a molte variabili utilizzate per la misurazione dei risultati a favore del modello di formazione integrata (Ronnestad, Ladany, 2006).
Vogliamo sottolineare che la formula integrata è stata introdotta dall’ASPIC nel 1984 attraverso una formazione al Gestalt-Counseling in cui interventi non direttivi e semidirettivi venivano integrati, modulandoli e adattandoli alla fenomenologia del ciclo relazionale di cura. Abbiamo, inoltre, presentato per primi in Italia l’approccio integrato (Giusti et al., 1995) e, successivamente, con la definizione data nel lemma dell’Enciclopedia Treccani alla voce Psicoterapia, abbiamo anticipato il trend evolutivo della psicoterapia integrata (Giusti, 2000).
Una conferma alla formazione secondo il modello integrato è arrivata anche dai risultati ottenuti da due nostre allieve classificate, tra partecipanti di 41 diverse scuole di psicoterapia, al primo e al secondo posto nella presentazione di paper all’interno del congresso SIPSIC (Società Italiana di Psicoterapia) tenuto a Roma nel 2011.
Anche le ultime ricerche, basate sulle meta-analisi disponibili sui fattori che potenziano gli effetti degli esiti, confermano la dimostrata efficacia dell’adattamento della relazione di cura alle diverse caratteristiche specifiche di ogni utente.
La ricerca sugli elementi unificanti che determinano gli esiti ha permesso di evidenziarne le variabili essenziali (Norcross, 2011), riportate nella figura 2.
Questi fattori costituiscono aspetti cruciali sia della specializzazione degli psicoterapeuti, sia della formazione dei Counselor.
Riteniamo che il principale strumento di intervento trasformativo relazionale consista nella maturità formativa concettuale ed esperienziale (anni e ore) acquisita dal professionista (Fig.3).
Psicoterapia e Counseling condividono la radice insita nel processo di aiuto esplicitato attraverso la relazione tra un professionista qualificato e un utente.
Ci interroghiamo sulla differenza tra queste due professionifondate sulla relazione di aiuto, considerando i vari significati attribuibili alla parola stessa (Fig. 4).
Mentre l’identità dello psicoterapeuta ha avuto un lungo ed elaborato processo di definizione conclusosi, in Italia, con la legge 56/89, quella del Counselor è ancora in itinere.
Nel tentativo di identificare alcune linee guida essenziali a sostegno della formazione degli allievi e della pratica dei professionisti proponiamo in questa sede una breve sintesi del lavoro esposto nel testo “Psicoterapia e Counseling - comunanze e differenze” (Giusti, Spalletta, 2012). L’obiettivo è di contribuire a distinguere i rispettivi confini e potenziare l’efficacia della pratica senza sovrapporre gli ambiti consulenziali.
Psicoterapia e Counseling condividono la radice insita nel processo di aiuto esplicitato attraverso la relazione tra un professionista qualificato e un utente.
Una relazione che ‘cura’ (psicoterapia) e nella quale il Counselor ‘si prende cura’ nel senso insito nella parola latina dalla quale il termine ha origine (il verbo “consulere” racchiude in sé l’aspetto ‘dell’aver cura di, darsi pensiero, venire in aiuto, provvedere a’).
Mentre lo psicoterapeuta valuta la psicopatologia, cura i disturbi, risana i deficit e ristruttura profondamente la personalità (Spalletta, 2010), il Counselor lavora con le parti sane della persona e con le sue risorse verso il benessere, costituendo una nuova risorsa nel sistema socio-sanitario attuale (ASPIC News, 2009).
Costruire identità professionali per sottrazione contrasta con la spinta naturale all’autorealizzazione umana profondamente positiva e proattiva. L’identità del Counselor si basa sul percorso formativo in cui conoscenze e competenze sono finalizzate a pianificare interventi circoscritti nel tempo e basati su un lavoro di problem-solving ed empowerment (Spalletta, Germano, 2006).
Le finalità e gli obiettivi, le modalità, le strategie e le tecniche attraverso cui il processo di aiuto si declina costituiscono le aree di differenziazione.
Pensando alle due tipologie di intervento come espressione dell’aiuto professionale abbiamo individuato quattro dimensioni (Fig. 5):
L’asse della relazione procede lungo un continuum che va da un massimo di vicinanza, empatia e legame di attaccamento (setting psicoterapeutico) nella costruzione dell’alleanza a una vicinanza più operativa, finalizzata alla condivisione di obiettivi e al conseguimento del risultato (contesto di counseling). Con questo non si toglie nulla alla relazione di counseling come fattore altamente significativo sul piano dell’esperienza soggettiva e sul piano del valore per l’evoluzione verso il risultato.
Nella zona centrale dell’asse si collocano gli aspetti propulsivi e motivanti della collaborazione proattiva comuni a entrambi i contesti.
L’asse del tempo investe l’approfondimento relazionale dei contenuti e delle esperienze vissute nella temporalità. Il passato è un territorio molto esplorato in psicoterapia, mentre il tempo presente, la progettualità e la proiezione nel futuro, pur appartenendo a entrambi i campi, caratterizza ampiamente il lavoro del Counselor.
L’asse dell’intervento descrive il focus del lavoro di cambiamento: una ristrutturazione intrapsichica specifica nell’ambito psicoterapeutico, attraversando il contesto interpersonale e nel contesto ambientale di riferimento nel counseling.
L’asse della salute individua da un lato la gravità dei sintomi, il grado di deficit psicopatologico oggetto del lavoro psicoterapeutico, passando attraverso il comune riconoscimento e utilizzo delle potenzialità e dall’altro le risorse, le parti più funzionali e sane dell’utente, con cui lavora il Counselor.
Le dimensioni individuate consentono di cominciare a delineare i confini formativi delle due professioni considerate. A titolo esemplificativo proponiamo una selezione delle schede esplicative contenute nel nostro testo (Giusti, Spalletta, 2012) che evidenziano alcune differenze di obiettivi, metodologie, prassi e finalità delle due professioni. A conclusione proponiamo una scheda in cui emergono anche le aree di comunanza.
Il Counselor viene formato per lavorare con singoli individui, famiglie, gruppi o istituzioni attraverso:
Il Counselor dovrà conoscere più di quello che userà nella sua pratica come, per esempio, lo psicoterapeuta conosce la psicofarmacologia ma non somministra farmaci (così è in Italia); dovrà padroneggiare strumenti e tecniche basate su competenze comunicative e relazionali avanzate e aver maturato una profonda conoscenza di sé e autoriflessività anche se non elaborerà clinicamente aspetti transferali/controtransferali.
Centrale nella sua attività professionale è l’adesione a un regolamento etico/deontologico (Giannella, 2009) e alla supervisione e formazione permanente (Giusti, Montanari, Spalletta, 2000).
Tutti i professionisti della relazione di aiuto possono accedere, mediante il progetto dasein (www.aspicsupervisione.it), a un’assistenza professionale permanente online per monitorare interventi consulenziali e implementare l’attività promozionale.
Territori limitrofi al Counseling con spazi e rischio di sconfinamenti possono essere quelli relativi agli interventi di life-coaching (Giusti, Taranto, 2004) e di Counseling filosofico (Aversa et al., 2012).
Le prospettive future del counseling sono strettamente legate alla capacitàdi rispondere alla complessità e alla rapidità della trasformazione culturale, che richiede interventi diffusi, brevi ed efficaci, corrispondenti alle caratteristiche specifiche e alle reali esigenze dell’utenza, per cui dovrà sempre più considerare quello che il panorama scientifico-culturale internazionale ci suggerisce e scegliere come declinarlo nel contesto italiano.
Alcune direzioni evolutive possibili riguarderanno (Shallcross, 2012):
Un aspetto centrale dell’operatività del counseling è la creatività e la mediazione artistica (Giusti, Piombo, 2003) che facilita la costruzione e il mantenimento dell’alleanza operativa anche con utenti particolarmente difficili (Muran, Barber, 2012).
La duttilità e trasversalità del counseling è confortata anche dalle ricerche sulla sua efficacia, che stanno investendo settori sempre più ampi: dalla facilitazione di comportamenti salutari (Giusti, Masiello, 2003) (es.: il peer counseling nella promozione dell’allattamento al seno o nella prevenzione di disturbi alimentari) nella vita quotidiana, alla facilitazione dei processi di apprendimento e dell’orientamento scolastico (Spalletta, Quaranta, 2002), alla prevenzione della diffusione di malattie come AIDS (Bellotti et al., 1995). Un’applicazione di rilievo e in espansione riguarda il counseling domiciliare (Giusti, Mancinelli, 2009)
Il Counseling, grazie alle sue proprietà intrinseche, si presenta dunque come uno strumento flessibile e capace di applicazioni di grande impatto in contesti molto diversi della vita personale, sociale e lavorativa.
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Edoardo Giusti, psicologo e psicoterapeuta, è presidente e fondatore con Claudia Montanari dell'A.S.P.I.C. (Associazione per lo Sviluppo Psicologico dell'Individuo e della Comunità), responsabile e supervisore della Scuola di Specializzazione quadriennale in Psicologia Clinica di Comunità e Psicoterapia Umanistica Integrata e direttore della Collana "Psicoterapia e Counseling" presso la casa editrice Sovera di Roma.
Enrichetta Spalletta, psicologa, counselor e psicoterapeuta, è presidente e direttore didattico di ASPIC per la Scuola, presso cui svolge attività clinica, di ricerca e di formazione e supervisione per counselor, psicologi, psicoterapeuti ed équipe di operatori pscico-socio-sanitari e attività di ricerca nel settore clinico, educativo e formativo.
Pubblicato il 10/09/2012 alle ore 19:51
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