Regali: una misura dell'amore

Chevalier S. e Monjaret A. (2005). Getting Gifting. Scientific American Mind, 16(4), 12-13.

Recensione a cura di Florinda Barbuto e Alessia D'Acunti.

 

Già dai primi di dicembre le vetrine sono piene di decorazioni natalizie. Secondo Sophie Chevalier e Anne Monjaret (2005), rispettivamente docente di etnologia alla Université de Franche-Comté (UFC) di Besançon (Francia) ed etnologa al Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) di Parigi, il messaggio è chiaro: è aperta la caccia ai regali. Nelle settimane successive, un numero crescente di persone si impegnerà nella ricerca dei regali perfetti per i propri cari.

Per molti lo scambio dei doni è il momento più importante delle celebrazioni natalizie. Secondo le due studiose, infatti, il regalo rende tangibile il valore di una relazione, dimostra quanto si è disposti a "sacrificare" per essa.

In un loro articolo pubblicato su Scientific American Mind, le autrici mettono in risalto che le culture di tutto il mondo, per quanto diverse tra loro, condividono l'usanza di scambiarsi dei regali. Questa usanza, però, può diventare stressante per i singoli individui.

Un circolo vizioso

Le culture di tutto il mondo hanno rituali e modalità diverse per scambiarsi dei doni, ma tutti rispondono alla logica della reciprocità: il ricevere è vincolato al dare. Tali tradizioni sono parte integrante delle nostre relazioni con i familiari e con gli altri e il loro scopo principale è quello di stringere o "tagliare" i legami sociali.

Un dono può esprimere i nostri sentimenti senza il bisogno di dover parlare, ma contemporaneamente i gesti del dare e del ricevere possono trasformarsi in eventi stressanti. Secondo le autrici, ciò non è dovuto alla pressione che avvertiamo per la ricerca del "regalo giusto", ma dallo scambio in sé, che è in primo luogo un atto sociale.

L'ansia deriva dall'obbligatorietà del dono, che prima o poi dovrà essere corrisposto: ogni regalo presuppone che ci sia un "regalo di ritorno", creando un circolo vizioso da cui è difficile fuggire, se non al costo di rinunciare alla relazione o metterla a rischio. Si pensi, infatti, alla difficoltà e alla sensazione di debito che si prova nel ricevere un dono o un favore che non può essere adeguatamente ricambiato.

Una misura dell'amore

Nel loro studio, Chevalier e Monjaret, hanno riscontrato una certa riluttanza da parte delle persone a dichiarare quanto si sentivano influenzati dal valore di un regalo. I soggetti hanno comunque confessato di spendere per un regalo in proporzione al valore che attribuiscono alla relazione con la persona che lo riceve. Il livello di generosità, quindi, può diventare una misura dell'affetto che si prova verso qualcuno. Questo, secondo le autrici, è valido soprattutto durante le feste natalizie, in cui si dividono le proprie risorse per i doni a parenti, amici e colleghi.

La scelta del regalo dimostra l'importanza che attribuiamo alla persona che lo sta per ricevere. In questo modo, il calcolo necessario ad attribuire un certo valore ad una relazione (che può essere legato anche al rango sociale del ricevente) può innescare sensazioni di stress.

Ricevere un regalo, che stress!

Anche il ricevere può essere fonte di stress e per alcune persone è ancora più difficile del donare. Ricevere un bel regalo, infatti, mette subito in moto un meccanismo di confronto con il regalo che si è preparato per lo scambio: sarà all’altezza?

Tutti desideriamo “far bella figura”, a tutti piacerebbe riuscire a trovare il regalo giusto. Anche se il prezzo non dovrebbe far alcuna differenza, secondo le autrici cominciamo a valutare il valore economico di un regalo non appena lo riceviamo. Questo comportamento mette in luce la natura paradossale del dono, che dovrebbe, per definizione, non richiedere alcuna reciprocità, ma che invece finisce per essere un mezzo di scambio.

Il legame col donatore

Da quanto evidenziato finora, non sorprende che Chevalier e Monjaret abbiano anche riscontrato che la possibilità di regalare dei soldi è riservata solo ai parenti stretti. Molti, infatti, trovano inopportuno regalare del denaro se non sono genitori o nonni a farlo. Presumibilmente le banconote contraddicono apertamente il concetto di “essere senza prezzo” che è legato ad ogni dono. Un dono ha valore di per sé, per questo in genere i soldi ricevuti in regalo vengono dedicati a spese significative e non a spese quotidiane: il bene acquistato renderà visibile il valore del legame con il donatore.

Il regalo assume un valore simbolico ed il rapporto con l’oggetto finisce spesso per riflettere il rapporto con il donatore. Si pensi al gesto del rendere indietro i regali di un ex-fidanzato o del trovare una posizione centrale nella propria casa a quel regalo kitsch fatto da una persona molto cara.

Secondo le autrici, la lezione principale che si può trarre dal loro studio è che non va mai sottovalutata l'importanza dei regali. Molte persone possono essere irritate dai doni inadeguati e possono arrivare a sentirsi offese. Ci consigliano, quindi, di riflettere accuratamente sul nostro dare in qualsiasi periodo dell'anno, ma in particolare durante il periodo natalizio, perché il gesto di regalare è una delle basi delle relazioni sociali.

Bibliografia

Chevalier S., Monjaret A., (1998). Dons et échanges dans les sociétés marchandes contemporaines. Ethnologie française, 28(4), 437-442.

Chevalier S. e Monjaret A. (2005). Getting Gifting. Scientific American Mind, 16(4), 12-13.

Pubblicato il 13/12/2010 alle ore 18:46

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