Social network

Nuovi orizzonti di relazione e trappole dell'anima

di Gilda Di Nardo

Abstract: L'utilizzo di internet è sempre più diffuso nelle nostre vite, anche come strumento di comunicazione interpersonale e di relazione e, negli ultimi tempi, l'utilizzo di social network è un fenomeno sempre più di vasta portata. La Psicologia non può e non deve soffermarsi solo sugli aspetti percettivi o patologici della relazione e della comunicazione mediata dal computer, ma deve elaborare sempre nuovi paradigmi teorici che possano servire ad indirizzare l'utente del web verso condotte sane ed un uso responsabile e consapevole delle nuove tecnologie.

Keywords: psicologia, rete, internet, social network.

 

Chiacchieriamo in chat, mandiamo e-mail, scambiamo e condividiamo file, conosciamo persone che non abbiamo mai visto, parliamo con amici di cui non abbiamo mai sentito la voce, avviamo e gestiamo rapporti di lavoro on line; non tutti e non ovunque (esiste infatti un nucleo consistente di persone che si dice disinteressato o contrario ad internet, ed inoltre in alcune parti del mondo è ancora impossibile o difficoltoso accedere alle risorse idriche, figurarsi a quelle telematiche) ma, in ogni caso, la rapidissima espansione di internet è una realtà lampante agli occhi di tutti ed ancor più lampante è il ruolo di mezzo di comunicazione interpersonale che la rete ha acquisito. Nell'ultimo decennio, per gli esperti della relazione di cura e d'aiuto, parlare di internet è molto spesso coinciso col parlare di Internet Addiction Disorder; siamo tuttavia al punto in cui è innegabile che internet faccia parte del quotidiano e della normalità, non solo della patologia. Negare l'esistenza di una patologia legata all'utilizzo di Internet sarebbe scorretto; tuttavia altrettanto scorretto, fuori luogo e potenzialmente pericoloso sarebbe negare la dimensione di normalità e potenzialità di internet. Miliardi, infatti, sono oggi le persone che intessono relazioni sociali attraverso la mediazione di computer, software e siti web, un mondo parallelo e del tutto reale, un mondo immenso e talvolta dispersivo, nel quale buona parte di noi si ritaglia uno spazio tutto suo fatto di amici, colleghi, passioni, opinioni. Internet è presa d'assalto anche e soprattutto, ma non solo, dagli adolescenti, per i quali ancor più che per gli adulti le relazioni personali on line diventano, sempre più, parte integrante del quotidiano. Si tratta di  rapporti che non riguardano necessariamente la sfera sentimentale o sessuale: sono spesso amicizie, condivisioni di hobby ed interessi. Ormai circondati da "Information Technologies" (Rapaport, 1991) collaudiamo sempre nuovi "artefatti tecnologici" (Mantovani, 1995), oggetti computazionali della "Terza ondata" ( Toffler,1984), interfacce dove incontriamo tutto ciò che fluisce fino a noi partendo da un terminale remoto (Card, Moran, Newell, 1983). Sembriamo "navigare" sulla rotta di un'intelligenza "collettiva" (Levy, 1994) verso una dimensione di netizen, cittadini di un mondo connettivo (De Kerckove, 1997). Varie ricerche di questi ultimi anni (da poco è stata ad esempio resa nota quella della Hitwise, importante agenzia di monitoraggio del web) indicano che è sceso il consumo di pornografia in rete e sembra ormai abituale un altro approccio "alla rete". C'è da dire che gli usi e costumi della popolazione del web, sono in costante e perpetua evoluzione; se fino a circa un anno fa a spopolare era l'utilizzo di siti di dating on line (appuntamenti e incontri), gli ultimi dati ci indicano una netta preferenza per i social network. Anche una nostra recente ricerca (Barbuto, Di Nardo, in Giusti, Di Nardo, 2008) supporta questi dati: buona parte del nostro campione ha mostrato una netta preferenza per i siti che permettono attività di networking ad ampio raggio (scambio e condivisione file, chat, blogging, ecc.) e ne riconosce un'utilità maggiore rispetto ad altri tipi di siti specializzati solo, ad esempio, in dating on line. C'è da dire che la rete, sicuramente, resta il territorio prediletto più dall'informazione e dal marketing che dalla psicologia che, sebbene sia su più fronti interessata ad internet ( ciberpsicologia, psicologia della percezione, psicologia clinica, psicopatologia, ecc.) e stia anche sondando le possibilità derivanti dalla consulenza on line e dall'e-learning, resta "in coda"  rispetto alle principali agenzie di marketing e di informazione o alle grandi case produttrici di software che sempre più commissionano ricerche su questo vasto pianeta virtuale. Ovviamente lo spettro "profitto e commercio" incombe sempre e comunque sul web  e, in tal senso, in accordo con Landi (2007), ci viene da dire che non c'è nulla di male nel commercio ma la rivoluzione non ha nulla a che fare col commercio; non ci sarà mai nessuna rivoluzione del pensiero, come qualcuno vorrebbe far credere, veicolata dalle cifre astronomiche di quelli che si connettono e si esprimono su internet. Internet promuove, prevalentemente, l'idea di una democrazia intesa come uguaglianza consumistica, come diritto di tutti all'accesso di certi beni e l'economia e la politica si appropriano della rete conformandosi obbligatoriamente al suo linguaggio e producendo, più che autentica democrazia, forme  molto spesso subdole e poco trasparenti di persuasione. Al di là delle diverse opinioni, motivazioni e modalità di utilizzo del web, su di un fattore sembra comunque esserci un accordo in tutti i settori di ricerca: internet, nel bene e nel male, sempre più (e in questo periodo soprattutto attraverso i social network) si sta affermando come un terreno fertile per lo sviluppo di nuove dinamiche di relazione che vanno oltre qualsiasi barriera territoriale, sociale e culturale. Il fenomeno delle reti sociali o social network è nato negli Stati Uniti, sviluppandosi poi nel resto del mondo inizialmente attorno a tre grandi filoni tematici: l'ambito professionale, quello dell'amicizia e quello delle relazioni private. Una recente ricerca qualitativa a livello internazionale ed una ricerca quantitativa a livello europeo (per comprendere i comportamenti delle persone che utilizzano i siti di social networking) commissionata da Microsoft Digital Advertising Solutions ha evidenziato che i frequentatori di social network hanno fiducia nella loro comunità e nel gruppo sociale di riferimento; inoltre, la possibilità di pubblicizzare le proprie attività e quella di trarre profitto offrendo il proprio spazio virtuale a contenuti sponsorizzati, sono due grandi attrattori per i frequentatori di social network. Sempre la stessa ricerca evidenzia che esistono differenze tra diverse culture; una, fra tante emerse, è che italiani e spagnoli sembrano più orientati al voyeurismo (visitare il profilo altrui), tedeschi e britannici, in misura diversa, appaiono più orientati al compito e al mero scambio di dati e informazioni. In generale, dalla suddette ricerche e da altre simili, emergono differenti motivazioni alla base della scelta di utilizzare i social network; queste motivazioni hanno a che fare con il primordiale principio e bisogno umano di esprimere se stessi, con il desiderio di essere parte di una comunità e con la necessità di estendere la rete delle amicizie e di trarre anche un  profitto, più o meno grande, da tutto questo. 

L'insieme dei dati (qui sommariamente riportati e di quelli presenti nel ben più ampio panorama di ricerca) ci sembra dare indicazione agli esperti della salute e della relazione d'aiuto della necessità di affinare gli strumenti per studiare, approfondire e "leggere" in maniera adeguata il fenomeno dei social network e, più in generale, delle relazioni mediate dal computer. Nella nostra opinione, la Psicologia Dinamica, la Psicologia di Comunità, la Ciberpsicologia e la Social Network Analysis (SNA) (ovvero analisi dei reticoli sociali, recente metodologia di analisi delle relazioni sociali sviluppatasi a partire dai contributi di Jacob Levi Moreno, il fondatore della sociometria) sono gli strumenti più adatti al raggiungimento di questo obiettivo. Sicuramente la sfida principale, che riguarda tutte le discipline ed anche la Psicologia, è quella legata alla velocità con cui si modifica il mondo virtuale e alla relativa  necessità di rielaborare di continuo i modelli concettuali e gli strumenti di ricerca. La psicologia dovrà mantenere il proprio focus di attenzione sulle forme emergenti di e-cognition, che influenzano profondamente il nostro modo di percepire, di comunicare, apprendere, pensare e relazionarci. In quanto professionisti della salute, piuttosto che perderci nella diatriba tra "psico-ottimisti e psico-pessimisti", potremo ad esempio impegnarci a comprendere come sia possibile  che i legami che Granovetter (1973) avrebbe definito come legami deboli (nati in luoghi o situazioni di passaggio, aree della vita estremamente semplici -tanto da condividere quanto da abbandonare- legami che sono fondamentali per ampliare la rete sociale dell'individuo e che, nel caso di internet, possono iniziare e finire con un click), possano non rimanere l'ennesimo prodotto narcisistico della nostra società ma trasformarsi in reali possibilità di incontro e crescita per gli individui. Il primo impegno di cui farsi carico sarà allora, per tutti noi esperti di relazioni e comunicazione, mantenere un comportamento etico nel grande calderone in cui ribollono relazioni e commercio; non dovremo trasformarci in commercianti d'anime ma restare esperti di relazioni, cognizioni, emozioni e comportamenti umani. Se saremo i primi a distinguere tra realtà e realtà virtuale, tra relazione e commercio, se non ci metteremo a giudicare la rete e la popolazione virtuale ma piuttosto ci dedicheremo a conoscerla e comprenderla, probabilmente saremo maggiormente in grado di far "navigare" l'animo umano verso lidi salutari; probabilmente non potremo mai debellare del tutto il comportamento patologico ma possiamo promuovere salute. In chiusura, dopo tanto parlare di tecnologia, un ritorno al passato, ricordando quanto sosteneva Carl Gustav Jung circa le possibilità di conoscere l'animo umano: "chi vuole conoscere l'animo umano non potrà apprendere praticamente nulla dalla psicologia sperimentale. Occorre consigliargli di attaccare al chiodo la scienza esatta, spogliarsi dei suoi abiti di sapiente, dire addio al suo studio e camminare nel mondo con un cuore umano, nel terrore delle prigioni, dei manicomi e degli ospedali, e di provare sulla sua pelle l'amore, l'odio e tutte le altre passioni. Da questo viaggio tornerà carico di un sapere più ricco di chi ha scritto manuali alti una spanna, e potrà essere un vero conoscitore dell'animo umano".

Bibliografia

Card S., Moran T.P., Newell A., (1983), The Psychology of Human-Computer Interaction, Lawrence Erlbaum Associates, Inc. Hillsdale (NJ).

Cardaci M. ( a cura di), (2001), Ciber-Psicologia, Carocci Editore.

De Kerckove D., (1997), Connected Intelligence, Somerville, Toronto.

Francescato D., Ghirelli G., (2003), Fondamenti di psicologia di Comunità, NIS.

Giusti E., Di Nardo G., (2008), Trovare un partner gradito. Psicologia del coaching relazionale. Incontrarsi e conoscersi attraverso internet, Sovera.

Granovetter M.S., (1973), The strenght of weak ties, in American Journal of Sociology, 78, pp.1360-1380.

Jung C.G., (1995), L'ame et la vie, Buchet-Chastel, Paris.

Landi P., (2007), Impigliati nella rete, Bompiani.

Levy P., (1994), L'intelligence collettive. Pour un Antropologie du Cyberspace, La Dècouverte, Paris (trad.it., L'intelligenza colletiva. Per un'antropologia del Cyberspazio, Feltrinelli, 1996).

Mantovani G., (1995), Comunicazione e identità. Dalle situazioni quotidiane agli ambienti virtuali, Il Mulino.

Piave N.A., Iadecola G., (2006), Gruppalità in rete, Manni.

Piselli F. (a cura di), (1995), Reti. L'analisi di network nelle scienze sociali, I centauri, Donzelli Editore.

Rapaport M., (1991), Computer- Mediated-Communications, John Wiley & Sons, Inc., New York.

Scott J., (2000), Social Network Analysis. A Handbook, London, Sage.

Toffler A., (1984), The Third Wave, Bantam Books, New York (trad.it. La Terza Ondata, Sperling & Kupfer, Milano, 1984).

Van der Poel M. G. M., (1993), Delineating personal support networks, in Social Networks, 15, 49-70, North Holland.

Pubblicato il 30/10/2008 alle ore 22:15

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