Abstract: la dipendenza dal fumo di sigaretta è una dipendenza complessa, non è un semplice “vizio”. Il Corso Stop Smoking è un corso pilota sul trattamento della dipendenza da fumo, che ha visto come partecipanti allievi fumatori specializzandi dei corsi Aspic. Il trattamento integrato di gruppo, proposto nel Corso, ha dato esiti interessanti. Sono stati identificati fattori di cambiamento, per il trattamento della dipendenza da fumo.
Keywords: dipendenza, tabagismo, sigaretta, trattamento, gruppo.
Il fumo di tabacco costituisce oggi uno dei principali problemi sanitari, in Italia, come nel resto del mondo: rappresenta, infatti, la principale causa prevenibile di malattie e decessi prematuri nei Paesi industrializzati.
É responsabile nel mondo di 4 milioni di morti l'anno e l'OMS stima che nel 2025, se non vi saranno variazioni significative di tendenza, i morti saranno circa 10 milioni. In altri termini, l'aumento sarà del 50% nei Paesi industrializzati e del 700% nei Paesi in via di sviluppo.
In Italia, il fumo di tabacco causa circa 90.000 morti l'anno ed è responsabile del 90% dei tumori polmonari, del 70% dei casi di bronchite cronica ed enfisema e del 25% dei casi di malattie cardiovascolari.
Il numero medio dei fumatori, in Italia, si aggira intorno al 25% (16 milioni): 34% maschi, 17% donne (Modonutti, 2001). Colpisce un dato, quello che riguarda il numero dei fumatori tra gli operatori sanitari: in particolare, quello dei medici, su cui si hanno ricerche ufficiali: in Italia la percentuale dei medici che fuma sfiora il 40%, venti volte in più rispetto ai medici degli Usa, al 2%. I medici italiani fumano, paradossalmente, più dei loro pazienti, ossia più della popolazione generale (Pizzo et al., 2003; Mangiaracina, 2005).
Sugli psicologi non vi sono dati ufficiali, ricordiamo, però, purtroppo, tra le vittime illustri del tabacco Sigmund Freud, accanito fumatore di sigari, che arrivava a fumarne anche 20 al giorno. Tentò a più riprese di smettere, riuscendoci per 3 volte, fino ad un periodo massimo di 14 mesi. La sua abitudine ai sigari gli provocò un tumore alla guancia ed al palato. Nel 1923 subì il primo di ben 33 interventi che gli avrebbero asportato la parte superiore della guancia e tutta la parte destra del palato. Nonostante gli atroci dolori, le difficoltà nel parlare, all’udito e nell’assunzione di cibo che ne conseguirono, non smise di fumare fino alla fine dei suoi giorni.
La dipendenza tabagica dei medici e degli psicologi solleva, spesso, controversie e perplessità.
Per un operatore sanitario e del benessere, infatti, trattare la propria dipendenza dal fumo di tabacco, rappresenta, oltre che una scelta chiaramente orientata al proprio benessere, anche un percorso di coerenza etica e professionale.
Circa il 40% dei fumatori in Italia dichiara di voler smettere, ma solo il 5% dei fumatori che riesce a smettere da solo rimane astinente ad un anno. Le ricerche evidenziano che i fumatori che si avvalgono di un aiuto strutturato rimangono astinenti più a lungo (Garattini, La Vecchia, 2002).
Il Corso Stop Smoking è un corso pilota, di intervento e formazione, sul trattamento della dipendenza dal fumo di tabacco, che ha visto come partecipanti allievi fumatori specializzandi dei corsi ASPIC in Psicoterapia e di quelli in Counseling.
Il Corso si è avvalso della collaborazione di psicoterapeuti e medici e ha messo insieme le loro competenze e le tecniche maggiormente utilizzate negli interventi sul tabagismo:
Gli incontri di gruppo hanno avuto come obiettivi principali:
Alla conclusione del corso, ha smesso di fumare il 79% dei partecipanti fumatori.
Ha ridotto il numero di sigarette fumate tutto il restante 21% dei partecipanti fumatori.
Si nota, nel gruppo dei soggetti che ha smesso di fumare, una frequenza maggiore agli incontri di gruppo. Potremmo ipotizzare una possibile correlazione tra esito positivo e frequenza ai trattamenti, oppure tra esito e motivazione, che si sarebbe manifestata nella frequenza al Corso. Comunque, entrambe le ipotesi sono interessanti e meriterebbero ulteriori verifiche.
A 3 mesi dalla conclusione del Corso, il 57,89% dei partecipanti risulta ancora non fumatore.
Quindi, trascorsi 3 mesi, dal 79% dei non fumatori a fine corso, si è passati al 57,89%.
Il dato confermerebbe il problema relativo alle ricadute nella dipendenza. Dato che molte ricerche evidenziano. Smettere di fumare, si può, dunque. Più difficile è mantenersi non fumatori. Questa conferma, della tendenza alle ricadute, suggerirebbe la necessità di un trattamento che si distribuisca diversamente e più a lungo nel tempo, per meglio intervenire sui rischi connessi con le ricadute.
I fattori che hanno svolto un ruolo significativo nell'attivare i cambiamenti realizzati sono stati così identificati: l'intervento integrato, psicologico e medico, il gruppo, la rete che si è creata dentro e fuori il gruppo, la coesione, il sostegno all'autostima, la consapevolizzazione e la condivisione del problema, l'attivazione delle risorse interne ed esterne e lo sperimentare via via, anche piccole, variazioni nel rapporto con la sigaretta.
La dipendenza dal fumo di tabacco è una dipendenza complessa. È, inoltre, cosa molto importante da ricordare, socialmente accettata. Non è un semplice “vizio”, come comunemente viene designata, cioè, non ha risvolti e valenze “moralistiche”. È una dipendenza che ha dei risvolti medici, per le patologie che determina, e dei risvolti psicologici, per tutte le dinamiche e per tutti quei bisogni che sottende e soddisfa illusoriamente. Dire: “Fumo perché la sigaretta mi tira su l'umore, o perché mi calma, o perché mi consola, o perché mi fa compagnia, o perché mi fa sentire bene...”. Significa dire: “ho bisogno”. In altri termini, la sigaretta può essere considerata una forma illusoria di auto-medicamento. Però, come molti ex-fumatori testimoniano, è, proprio, la rinuncia a questa forma di “auto-cura”, ossia lo smettere di fumare, e il rispondere ai propri bisogni con maggiore consapevolezza e con altre modalità che aiuta a sentirsi più capaci, più sicuri di sé... a sentirsi veramente bene.
Dodgen C. E. (2005), Nicotine dependance, Washington: APA.
Garattini S., La Vecchia C. (2002), Il fumo in Italia. Prevenzione, patologie e costi, Kurtis, Milano.
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Jarvis M, Belcher M, Vessey C, Hutchinson D. Low cost carbon monoxide monitors in smoking assessment. Thorax; 1986, 41, 886-887.
Lesourne O. (1986), Il grande fumatore e la sua passione, Milano: Raffaello Cortina Editore.
Mangiaracina G. (2005), Curare il fumo. Manuale per smettere di fumare, Roma: EDUP.
Modonutti G.B. (2001), Prevenzione, giovani e tabacco’01, Udine: Edizioni Goliardiche.
Pizzo A.M., Chellini E., Grazzini G. et al. (2003) Italian general practitioners and smoking cessation strategies. Tumori, 89(3), 250-4.
Tridici D., (2011), Un corso Stop Smoking, Integrazione nelle Psicoterapie, 1, 192-200.
Yalom I. D. (1997), Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo, Torino: Bollati Boringhieri.
Donatella Tridici, psicologa clinica e psicoterapeuta individuale e di gruppo, ha una specializzazione in Psicoterapia Umanistica Integrata, conseguita presso l'Aspic. Ha collaborato per diversi anni ad attività di ricerca negli ambiti relativi alla psicoterapia e alla psicologia della salute. È co-autrice del testo Smoking, basta davvero!. Svolge attività clinica individuale e di gruppo, occupandosi di depressione, ansia, difficoltà emotive, dipendenza affettiva e dipendenza da fumo di tabacco.
Pubblicato il 30/05/2011 alle ore 16:46
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